Primo dei tre incontri della rassegna “LA PACE… E IL SUO CONTRARIO”.
In collaborazione con Time for Africa, l’Istituto comprensivo di Tricesimo, il Club per l’UNESCO di Udine, con il patrocinio del Comune di Tricesimo e del Comune di Tarcento ente gestore dei servizio sociali dei comuni del Torre presentiamo il libro di Elena Pasquini:
La meccanica della Pace (People editore).
Dialoga con l’autrice Elisabetta Anzil.
L’evento è rivolto in special modo agli alunni delle scuole e alle loro famiglie, ma manche a insegnanti, educatori e a tutti i cittadini che credono che la Pace non debba avere alternative.
Ogni guerra è diversa, ogni guerra distrugge qualcosa in maniera definitiva – vite, beni, risorse, storia, radici –, ma ogni guerra insegna qualcosa su come si può fare la pace e che la pace è possibile. La pace non è un cessate il fuoco e neppure un accordo.
E non è data per sempre. Una pace possibile è fatica, impegno incessante, vigilanza anche quando sembra raggiunta o scontata. E la risoluzione dei conflitti armati, “il più drenante” e logorante dei lavori. È una meccanica lenta con le sue leggi, una meccanica dove la luce non è solo onda o un elettrone solo una particella, dove la ragione è l’incognita più difficile da definire.
È una meccanica di “relazioni” che si muove per approssimazioni, esprimenti, tentativi, soggetta a troppe variabili. Una meccanica che si scopre di fallimento in fallimento grazie alla tenacia di uomini e donne, negoziatori tra i grandi o mediatori nel silenzio di un villaggio, ma che non si arrendono a un mondo in cui ci si uccide a vicenda.
Esiste una meccanica della pace e questo è il suo racconto, il racconto di chi è riuscito a negoziare un accordo, a far cessare la violenza anche solo per un breve tratto di tempo o a contribuire alla riconciliazione, di chi ha fatto incrociare i coltelli a due comunità in lotta. Fare la pace è dolorosa pazienza che una vittoria militare non garantisce. Pace compiuta o parziale, che inizia quando si accoglie l’esistenza dell’altro, il nemico, e dove «nessuno vince tutto e nessuno perde tutto».
Elena Pasquini da oltre vent’anni è collaboratrice di testate italiane ed internazionali, tra cui Il Messaggero e Avvenire, ed è stata corrispondente per il gruppo editoriale Devex. Ha seguito le politiche di sviluppo internazionale dell’Unione Europea da Bruxelles e negli eventi internazionali. Si è occupata di politiche agricole globali, in particolare del lavoro delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite da Roma e in altre sedi.
Posted: Settembre 19, 2024 by Admin
LA PACE… E IL SUO CONTRARIO – La meccanica della pace
Primo dei tre incontri della rassegna “LA PACE… E IL SUO CONTRARIO”.
In collaborazione con Time for Africa, l’Istituto comprensivo di Tricesimo, il Club per l’UNESCO di Udine, con il patrocinio del Comune di Tricesimo e del Comune di Tarcento ente gestore dei servizio sociali dei comuni del Torre presentiamo il libro di Elena Pasquini:
La meccanica della Pace (People editore).
Dialoga con l’autrice Elisabetta Anzil.
L’evento è rivolto in special modo agli alunni delle scuole e alle loro famiglie, ma manche a insegnanti, educatori e a tutti i cittadini che credono che la Pace non debba avere alternative.
Ogni guerra è diversa, ogni guerra distrugge qualcosa in maniera definitiva – vite, beni, risorse, storia, radici –, ma ogni guerra insegna qualcosa su come si può fare la pace e che la pace è possibile. La pace non è un cessate il fuoco e neppure un accordo.
E non è data per sempre. Una pace possibile è fatica, impegno incessante, vigilanza anche quando sembra raggiunta o scontata. E la risoluzione dei conflitti armati, “il più drenante” e logorante dei lavori. È una meccanica lenta con le sue leggi, una meccanica dove la luce non è solo onda o un elettrone solo una particella, dove la ragione è l’incognita più difficile da definire.
È una meccanica di “relazioni” che si muove per approssimazioni, esprimenti, tentativi, soggetta a troppe variabili. Una meccanica che si scopre di fallimento in fallimento grazie alla tenacia di uomini e donne, negoziatori tra i grandi o mediatori nel silenzio di un villaggio, ma che non si arrendono a un mondo in cui ci si uccide a vicenda.
Esiste una meccanica della pace e questo è il suo racconto, il racconto di chi è riuscito a negoziare un accordo, a far cessare la violenza anche solo per un breve tratto di tempo o a contribuire alla riconciliazione, di chi ha fatto incrociare i coltelli a due comunità in lotta. Fare la pace è dolorosa pazienza che una vittoria militare non garantisce. Pace compiuta o parziale, che inizia quando si accoglie l’esistenza dell’altro, il nemico, e dove «nessuno vince tutto e nessuno perde tutto».
Elena Pasquini da oltre vent’anni è collaboratrice di testate italiane ed internazionali, tra cui Il Messaggero e Avvenire, ed è stata corrispondente per il gruppo editoriale Devex. Ha seguito le politiche di sviluppo internazionale dell’Unione Europea da Bruxelles e negli eventi internazionali. Si è occupata di politiche agricole globali, in particolare del lavoro delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite da Roma e in altre sedi.
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