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GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L’OMOFOBIA LA BIFOBIA E LA TRANSFOBIA – IO SONO IO

IO SONO IO
di Cinzia Messina

intervengono:
Anna Masutti , pres. Agedo Friuli
Patrizia Fiore, avvocata.

La storia di Greta, 15 enne transgender: “Io sono nel corpo giusto”
Greta vive a Ravenna e all’età di dodici anni ha fatto coming out, iniziando il suo percorso di transizione prima dicendolo apertamente, poi iniziando la cura con dei bloccanti “reversibili”, assicura la quindicenne.
Per anni si è sentita una bambina, facendo fatica coi suoi coetanei e vivendo momenti molto difficili, che non sono mancati anche al resto della famiglia e in particolare alla mamma Cinzia. Poi le cose sono cambiate e oggi Greta è felice.
“Nessuna persona è in un corpo sbagliato: io sono in un corpo giusto, che adatto a ciò che sono. E sono Greta lo stesso, anche non intraprendo nessun percorso”. Parola, appunto, di Greta, 15enne transgender di Ravenna, iscritta al liceo artistico e con diversi sogni nel cassetto: diventare una make up artist oppure una stilista, o ancora un’attrice.


Quel che è certo, è che a 12 anni, quando era ancora in seconda media, Greta ha già deciso una cosa, la più importante: essere finalmente sé stessa. Il suo coming out, infatti, è arrivato molto presto, considerando che “c’è chi indossa altri vestiti per cinquant’anni prima di riuscirci”, ricorda la madre, Cinzia Messina.


Ed è stato un momento davvero importante per tutti, genitori compresi. Perché prima di arrivarci non sono mancate le sofferenze e le difficoltà.


Fin da piccola, racconta la mamma della quindicenne, si è sempre sentita una ragazza. E per anni, non è stato facile né per lei accettare il fatto di non sentirsi riconosciuta come tale, né per i genitori, che non riuscivano a comprendere bene cosa stesse accadendo.


Per dodici anni non ha fatto altro che ripetere a tutti di sentirsi una bambina. “Era abbastanza stressante -ammette Cinzia-, perchè non capivo. All’inizio pensavo fosse un gioco, ma poi è durato nel tempo, fino al suo coming out.
Questo ha cambiato totalmente la mia vita e mi ha reso una persona felice”. Intanto perché tutti i dubbi di mamma e papà su qualche possibile malattia erano stati scongiurati.“È stata una rinascita un po’ per tutti” assicura ancora Cinzia, mentre Greta, pur riconoscendo il ruolo fondamentale dei genitori, precisa: “Non è stata una famiglia speciale, perché secondo me i genitori che non accolgono per quello che sono, non si devono neanche chiamare genitori”.

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